martedì 18 novembre 2008

SToRia DeL BRiGaNTe SToPPa una graphic motion di aMiNa MauRo


SULLA PELLE DEGLI EDIFICI
i muri vivi

Come in ogni città, esistono a Firenze edifici particolari, al cui interno, attraverso il tempo, le vicende quotidiane di sconosciuti si sono intrecciate con quelle di personaggi fuori dal comune. Di tutte queste vite non rimane nulla; soli, a testimoniare l’esistenza di un passato, sono rimasti i muri degli edifici stessi.

Il progetto denominato I MURI VIVI, realizzato dall'Associazione Auser Territoriale Firenze, e finanziato dal Comune di Firenze nell'àmbito del concorso “Emergenze Creative”, propone al pubblico, per la serata del 21 novembre, la seconda e ultima performance visiva nel centro di Firenze, attraverso la proiezione di una graphic motion dal titolo “Storia del brigante Stoppa” sulla facciata del complesso architettonico delle Murate. La graphic motion, tecnica di comunicazione eseguita attraverso il montaggio di grafiche e immagini utilizzata solitamente nel settore pubblicitario, viene qui reinterpretata dall'autrice delle performances, Amina Mauro, come medium espressivo ed artistico altamente evocativo.

La graphic motion racconterà una storia, prendendo spunto da fatti accaduti nell'edificio stesso o da esso ispirati; l’obiettivo è di realizzare dei veri e propri urban tales, racconti urbani, attraverso i quali il pubblico avrà la possibilità di “vedere” la propria città narrare storie che si sono svolte tra le mura dei suoi edifici. I fatti tra le quelle costruzioni trasuderanno letteralmente fin sulla pelle, i muri appunto, degli edifici stessi.

21 novembre 2008
Complesso delle Murate
Piazza Madonna della Neve (ingresso da Via Ghibellina)
ore 21:30
STORIA DEL BRIGANTE STOPPA
Una graphic motion di Amina Mauro
Ricerca storica e ottava rima di Gabriele Danesi

Enrico Stoppa, detto “Righetto”, ha solo 22 anni quando, nel 1856, commette il primo omicidio, togliendo dal mondo il norcino Gaspero Buoncristiani per derubarlo. Arrestato e rilasciato per mancanza di indizi e per l'omertà che lo circonda, Righetto dedica il resto della sua esistenza a “commettere una serie così fitta di sequestri, di estorsioni, di omicidi da gettare la gente del paese e delle campagne circostanti nella più profonda costernazione”*. Accusato dell'omicidio di una decina di persone, viene inutilmente inseguito dall'intero contingente militare di Grosseto; fugge dalla Maremma facendosi beffe del prefetto con una lettera in cui gli ricorda gli inutili sforzi compiuti per catturarlo.
Solo nel 1862 viene finalmente arrestato a Roma e tradotto alle Murate fiorentine, dove si lascia morire d'inedia per non comparire davanti alla giustizia.

*Tratto da: Alfio Cavoli, Maremma amara. Ed. Scipioni.

In caso di maltempo la performance si svolgerà all'interno dei locali della Sala Vetri di Piazza Madonna della Neve.

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